L’esperienza personale di FABIO RICCI, autore, compositore, produttore discografico.
Prima di conoscere Alessandra, a Roma ero un cantautore, scrivevo testi e musica e li cantavo presentandomi alle case discografiche dove puntualmente mi dicevano: “non funziona”. La prima canzone che ho scritto è stata RITA, avevo 13 anni ed era verso la fine delle medie. Una ragazza della scuola mi aveva rapito il cuore ed io ho iniziato a scrivere di lei. Da quel momento non mi sono più fermato, ed insieme ad Alessandra ho scritto tante e tante cose. Alcune siamo riusciti a farle ascoltare al pubblico e addirittura a farle diventare dei successi. “Fiumi di parole” per esempio, brano con cui il duo Jalisse ha vinto un Festival di Sanremo, gira ancora il mondo, anche in versine spagnola; ma anche “Vivo”, “Liberami”, “Sei Desiderio” e tante altre….
Ho un maestro che mi ha dato consigli e idee su come scrivere i testi: il Maestro Sergio Bardotti, produttore, autore e musicista che ha collaborato con grandi nomi della musica e a cui devo tanto. A lui portavo i miei progetti, le mie idee, i miei provini. Uno dei brani che mi ha aiutato a “smussare” è stato “GIUDA BALLERINO” imprecazione di Dilan Dog, noto personaggio dei fumetti. Fu Sergio a darmi coraggio e a credere nelle mie possibilità, e grazie a lui ho anche conosciuto Alessandra…..
Ma in questo spazio dobbiamo parlare di canzoni inedite. Quindi pronti per partire!
Si inizia dal testo o dalla musica? Parlando dei cantautori è bello immaginare che nasca prima il testo e poi la musica, per quel valore così importante che il cantautore da al significato del testo, ma non c’è una regola. Negli anni 80, quando la British Invasion faceva moda, la lingua italiana non era presa molto in considerazione e tanti artisti scrivevano in inglese. Alcune composizioni italiane non davano particolare importanza ai testi, ma poi come al solito è sempre legato alla moda e alla soggettività. Pochi anni prima proprio i testi erano al centro dell’interesse, come i testi di Bob Dylan, di alcuni brani dei Beatles, di Joan Baez e tanti altri autori che denunciavano qualcosa. Si perchè non si parla solo di amore, ma anche di sociale, di aiuto, di patria e di qualsiasi cosa che stimoli la mente dell’autore.
Dunque, scrivere un testo da musicare non è così difficile. L’importante è che dia una sensazione, una emozione a chi lo legge. Una poesia ha proprio queste caratteristiche, stimola, fa riflettere, ricorda, denuncia, racconta il nostro modo di vedere una cosa o qualcuno con la propria fantasia e creatività. Provate a sedervi su una sedia e immaginate dove siete seduti: è realmente una sedia o qualcos’altro?
Per me è un tappeto volante che attraversa l’oceano durante l’estate, mentre il sole mi brucia la pelle e tre delfini si rincorrono tuffandosi, rincorrendo un piccolo peschereccio che suona la sua campanella, come se annunciasse il pranzo a quei delizioni amici marini. Per qualcun altro può essere una poltrona del proprio salotto, con Nintendo in mano e patatine salatissime a fianco. Il profumo delle patatine appena aperte è talmente invitante che non riesco a farne a meno…. Per qualcun altro ancora può essere un prato verde sotto ad una quercia, dove ascoltare musica e guardare tra i rami lunghi e fogliosi, un cielo azzurro come gli occhi di Francesca. Oh, Francesca…dove sei?
Beh, questa è immaginazione. E più leggiamo libri, giornali, fumetti, riviste, e più incameriamo frasi e parole nuove o particolari che ci aiuteranno a costruire i nostri testi. Ricordo che quando ero a Roma e lavoravo dietro al bancone del bar di mio padre, ogni tanto, quando volevo stare attento e volevo assorbire un po di idee dai clienti e da cio’ che mi accadeva intorno, mi appuntavo su un foglio i termini e le frasi più particolari che mi colpivano; quelle che mi suscitavano qualcosa e che avrei usato per comporre un testo. Alcuni dei testi infatti parlavano di confusione, di tramezzini, di caffè presi di corsa, di gente affannata sempre alla ricerca di qualcosa. Poi c’è la musica che deve sposare le parole e caricarle di suono, di comunicazione, di passione.
Ma JOVANOTTI, TIZIANO FERRO, LAURA PAUSINI, ELISA e tanti altri,
come fanno a scrivere canzoni così belle e intense?
E soprattutto, avranno iniziato da alunni delle elementari o medie o superiori??????